Nela: “La mia battaglia col cancro non è finita. Ogni capitano dovrebbe essere come Di Bartolomei. Falcao? Mai digerito quel rigore non tirato”

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AS ROMA NOTIZIE – Sebino Nela è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format I Lunatici, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei.

L’ex calciatore di Genoa, Roma e Napoli ha parlato del suo stato di salute: “Come sto? La mia battaglia dura da otto anni, mancano dieci giorni alla mia quarta operazione chirurgica. Bisogna parlare di prevenzione. In tutti questi anni ho approfondito molto la cosa, partecipo a iniziative che riguardano questa malattia, questo cancro, che fa numeri terribili, ogni anno. Non ci sono altre strade rispetto alla prevenzione. La medicina è migliorata, ma l’unica vera arma che tutti noi abbiamo è la prevenzione. Noi maschietti abbiamo più paura rispetto alle donne di andare dal medico, tendiamo a rimandare sempre alla settimana prossima, non andiamo volentieri dai medici, mentre oggi anche con un semplice prelievo si possono capire molte cose. Non auguro a nessuno di fare tre anni di chemio, ci sono momenti in cui pensi di non poterne venire fuori. Tra dieci giorni affronterò la mia quarta operazione, dobbiamo fare un po’ di pulizia, abbiamo trovato qualcosa che non va bene, c’è da ripulire un po’” .

Sull’infortunio di Zaniolo in nazionale: “Bisogna distinguere tra la sua e la mia epoca. Oggi un infortunio al ginocchio è tutta un’altra cosa rispetto agli anni 80. Quasi sempre oggi dopo sei mesi torni a giocare partite ufficiali. Io sono stato fermo un anno, il ginocchio me l’hanno aperto da una parte all’altra, mi misero cinquanta punti. Alla mia epoca c’era davvero la paura di non poter tornare a giocare. Però cavolo, a quell’età, farsi due ginocchia, è pesante. Serve carattere. Sei mesi passano prima di un anno, io fui l’ultimo giocatore a portare il gesso, ma come detto una volta era diverso. I ragazzi oggi hanno tutto per stare bene e recuperare velocemente. Zaniolo non deve avere paura”.

Proprio quando si infortunò, a Nela venne dedicata una canzone da Antonello Venditti: “Antonello scrisse per me ‘Correndo, correndo’. Io ero in ritiro in Toscana con la Roma, ero stampellato, mi vennero a chiamare in camera, mi dissero di scendere perché c’era Venditti. Nella hall dell’albergo c’era un pianoforte, Venditti si è messo a suonare e mi ha fatto sentire la canzone che mi aveva scritto. Fu una cosa bella, molto emozionante”.

Nela è stato un grande calciatore di Genoa e Napoli: “Mi ritengo fortunato, ne parlo anche nella mia biografia finita in questi giorni e scritta a quattro mani insieme a Giancarlo Dotto. Edita da Mondadori, decideranno loro quando farla uscire. Io ho giocato in tre piazze pazzesche. Genova è la mia città, io sono ligure, da bambino tifavo per il Genoa. Anche Napoli è stata una esperienza meravigliosa. Ho conosciuto il napoletano, la sua passione calcistica, l’amore verso la città e la squadra. Anche la mia famiglia si è trovata benissimo a Napoli”.

Tra il Genoa e il Napoli, tanti anni con la maglia della Roma: “Sono il calciatore che ha vinto di più in assoluto con la maglia della Roma. Uno scudetto, tre Coppa Italia e due finali europee, una di Coppa Campioni, una di Coppa Uefa. Eravamo una squadra fortissima, eravamo vent’anni avanti rispetto agli altri, giocavamo a zona, facevamo quello che fa oggi Guardiola e pochi altri. Forse si poteva vincere qualcosa di più. Il rimpianto è legato più a Roma-Lecce che a Roma-Liverpool. Perché c’era la consapevolezza di incontrare il Liverpool più forte della storia, non eravamo preparati a livello internazionale, alla fine ci sta perdere ai rigori. Ma quello che ha dato veramente fastidio a tutti noi è stata la sconfitta con il Lecce. Il campionato era praticamente vinto, abbiamo rovinato tutto. L’addio alla Roma di Pallotta? Non mi sono salutato male, la società ha fatto una scelta, mi dispiace perché stavo facendo una cosa che mi piaceva molto, lavoravo insieme alle ragazze, nella Serie A femminile, in un mondo che sta avanzando a piccoli passi. Ormai il calcio femminile è una realtà. Mi sarebbe piaciuto continuare, ma le società fanno le loro valutazioni. Io non ho detto nulla, le mie figlie hanno avuto uno sfogo, mi spiace, ma l’hanno fatto perché sapevano quanto ci tenevo. Vedremo ora cosa succederà con la nuova proprietà. Mi pare siano partiti bene”.

Su Di Bartolomei e Falcao: “Io e Falcao siamo sempre andati molto d’accordo, a me ha dato enormemente fastidio il fatto che lui non abbia tirato quel calcio di rigore in finale. Questa cosa non mi è mai andata giù. Dal giocatore più forte ci si aspetta che prenda l’iniziativa. Non era rigorista, ma i rigori li tirava e quello doveva tirarlo. Doveva essere il nostro giocatore più importante e carismatico e poi non tira il rigore in quel momento. Di Bartolomei invece per me era il Capitano. Non ci sono altre parole. Parlava poco, era introverso, ma era anche uno che amava ridere e scherzare. Ogni capitano dovrebbe essere come lui”.

Fonte: Rai Radio 2

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42 Commenti

  1. Sebino, nun ce prova’, Carletto Ancelotti è il giocatore che ha vinto di più in assoluto con la Roma, uno scudetto e quattro Coppe Italia, anche se fu protagonista (decisivo tra l’altro) delle prime due, 79-80 e 80-81. Nelle successive o era infortunato al ginocchio, 83-84, o assente perchè ai Mondiali del Messico, come lo stesso Nela, del resto, 85-86.

    Infatti quando si parla, spesso a sproposito, di Carlo Ancelotti bisogna sempre far attenzione a ciò che si dice…

    • Ora che la memoria mi aiuta meglio, associo Franco Tancredi a Carlo Ancelotti nel vantare una bacheca giallorossa da primato.

    • Pruzzo e Bruno Conti.

      Sebino, t’adoro, ma mettete ‘n fila! M’hai fatto fa’ no sforzo de meningi, a ‘st’ ora poi….

    • Amedeo,il giocatore che ha vinto di piu nella storia della Roma e’ Bruno Conti con 1 scudetto e 5 coppa Italia. Poi magari ci sarebbe quel piccolo dettaglio del campionato del mondo.Ma quella e’ un’ altra storia…..

    • C’è quella Coppa vinta a Genova nel 1991, Stefano, ma Bruno aveva lasciato il calcio appena qualche giorno prima. Comunque faceva parte di quella rosa, quindi penso alla fine sia come dici tu. Di certo non è Nela, come riportato nell’articolo che ha comunque ripreso parole sue. Ciao.

  2. Caro Sebino, (altro idolo della mia adolescenza) sono TANTE (TROPPE) le cose che il tifoso romanista non ha mandato giù in questo “rapporto” (40ennale per quanto mi riguarda) con l a.s. Roma… “il quinto de Falcao” è una di queste… ma non è certamente la madre di tutte le disfatte… c è ROMA-lecce, Turone e il 26 maggio PRIMA… CASOMAI, al divino, se c è una cosa che non gli perdono è che a un certo punto se ne voleva andare all inter…

  3. Coraggio et il divino avrei accettato che pur tirandolo sbagliasse pensa telo perdono ma ancora me ritorna su,comunque sul campo siamo stati superiori (gol dei red da annullare) virtualmente vinta la Champions ,arrivato secondo alla prima esperienza,i rigori questione di f buona sorte che a noi manca da anni

  4. Grandissimo Sebino! A proposito di grinta, carattere, leadership in campo e fuori, e talento da vendere. Se non ci fosse stato un certo Antonio Cabrini (e anche un certo Enzo Bearzot, che se non avevi una maglia a strisce, all’epoca manco ti calcolava: con Bruno Conti non poteva esimersi, in quel ruolo, a meno di affidarsi a un Causio ormai al tramonto) saresti stato anche campione del mondo. Meritatamente. Che dire? Oggi a sentir parlare questi giocatori, ricordandosi (e io, per fortuna, sto fra quelli che si ricordano) cosa era quella Roma, viene molta tristezza, ridotti come siamo a parlare di De Sciglio, Milik che fa la “preziosetta”, Pellegrini il “fuoriclasse”, Karsdorp, Bruno Peres, Kluivert, Monchi, Petrachi, Pastore, Kumbulla o Koumbulla o come accidenti si chiama. Qui, almeno, con Sebino ci si rimpiangono scudetti persi all’ultima giornata (dopo una rimonta alla Juventus da cineteca! E un 3-0 all’Olimpico con un Pruzzo stratosferico!) e finali di Coppa Campioni perse ai rigori, e dopo avere in bacheca titoli e trofei niente male. Ma oggi?…

  5. Concordo pienamente con Nela per quanto riguarda Falcao e mi fido più di un giocatore di allora come Nela (uomo onesto) che delle leggende popolari, in finale di Champions il rigore (se sei Falcao) lo tiri pure intubato.

    • Certo Dark, (🙋🏽‍♂️😉👍) se sei Francesco lo tiri pure da villa stuart SUBITO il giorno dopo l attentato di vanigli… (per dire)

    • Falcao ha più volte affermato pubblicamente che avrebbe dovuto tirare l’ultimo rigore, che però purtroppo non fu necessario. Andate a smentire lui, se vi va.

      Il rammarico dei compagni è legato al fatto che il Divino dovesse tirare PRIMA di Graziani e Bruno Conti, che fallirono. Quella sera oltre a lui infortunato (ginocchio fracassato da Beppe Baresi un mese prima che lo costrinse a giocare con infiltrazioni le partite decisive con Juve, Dundee e Liverpool, per l’appunto, quel ginocchio martoriato dagli avversari che pose fine alla sua carriera), c’era anche Pruzzo e Cerezo. Una jella mai vista, quella sera.
      Una grande Roma che se la giocò con una delle squadre più forti di tutti tempi.

    • sono d’accordo Falcao mi risulta dovesse tirare per ultimo. di solito in una serie di rigori i più importanti sono il primo (tirò il rigorista Di Bartolomei) e l’ultimo. Poi Falcao in tanti anni di Roma non ha mai tirato un rigore.. non credo si sia perso per quello..

    • @Amedeo

      fu Briaschi del Genoa a far male a Falcao al ginocchio e non Baresi.

      p.s.

      Sebino vinci la tua partita della vita, auguri.

    • Ciao Johann, le entrate di punta sul ginocchio di Falcao – perchè solo così si poteva fermare il Divino – me le ricordo tutte, quasi fosse oggi, perchè le ho viste dal vivo. Il genoano Briaschi nel 1982 all’Olimpico, poi Beppe Baresi nell’aprile 1984 poco prima di Dundee-Roma, un intervento da criminale del calcio, il colpo più ferale di tutti, che ci costò il terzo scudetto e forse anche la stessa Coppa Campioni, Manfredonia nell’autunno 1984, entrata da dietro, e finanche il veronese Fanna sul finire dello stesso anno, un’entrata scellerata che costrinse poi Falcao all’intervento e diede l’avvio al suo definitivo declino, con tanto di strascichi giudiziari.

      La storia della Roma è segnata dagli infortuni gravi e decisivi per carriere personali e risultati della squadra, da Spadoni a Rocca, passando per Ancelotti e finendo a Castan e Strootman, ma il massacro sistematico di Falcao non rientra affatto nel caso ma fu una strategia mirata, nessun responsabile fu mai espulso in campo, che costrinse lo stesso Viola ad accusare pubblicamente il sistema arbitrale.

      Ai chiacchieroni sopra, compreso Nela, dico solo che senza Falcao zoppo e dolorante neanche quella finale col Liverpool avremmo giocato, perchè a Dundee in semifinale scesero in campo undici spauriti orfanelli, Cerezo su tutti, che andarono in bambola dal primo al novantesimo rischiando un tracollo che sarebbe stato irrecuperabile al ritorno.

  6. “…Di Bartolomei invece per me era il Capitano. Non ci sono altre parole…”
    sono d’accordo, anch’io lo adoravo.

    confermi di essere una persona davvero in gamba.
    ti auguro ogni bene e di tornare nella Roma.

  7. Grande Sebino auguri di cuore , ricordo ancora con piacere l ‘ incontro in un famoso bar di San Giovanni dove con la tua semplicita ‘ dichiarasti il tuo amore per la Roma , stavolta picchia il male …

  8. Forza Sebino !
    Non mollare!!
    Falcao se L è fatta sotto! Altro che infortunio.
    I campioni e soprattutto i grandi uomini si prendono le responsabilità.
    Poi ci sono i vili e codardi…

  9. Sebastiano Nela detto Sebino, niente scherzi…
    Doppio auspicio: che sconfiggi la malattia e torni alla Roma.
    (Magari avercelo in squadra oggi, uno come te…)

  10. Forza Sebino. Ti auguro di superare e vincere questa sfida presto, il tempo di una tua corsa da una parte all’altra del campo. Lo stesso vale per i tanti, troppi che si trovano a combattere questa sfida.

  11. Invece di parlare del rigore tirato o non tirato, io spero che Dio ti regali per il tuo male, un sorriso talmente grande da offuscare tutti quelli che hai regalato a noi….
    In bocca alla Lupa ♥️

  12. Dispiace che uno come lui non stia più nella Roma.
    L’ho amato quando indossava i nostri colori e l’ho anche apprezzato come opinionista per i suoi commenti equilibrati e pacati.
    Spero che Friedkin possa riportarlo a casa sua.
    Non mollare Sebino!!!!!

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