Gianluca Falsini, ex allenatore della Roma Primavera, sostituito quest’anno dal ritorno di Federico Guidi, ha parlato della sua avventura in giallorosso non senza qualche polemica, ospite dei microfoni di Gazzetta Regionale. Di seguito uno stralcio delle sue dichiarazioni.
Perché non è andato avanti il cammino in giallorosso?
“Era semplicemente finito un ciclo, non tecnico ma umano, un po’ per tutti, ma soprattutto per un paio di persone dentro Trigoria. Alcuni rapporti erano arrivati alla fine, volevano un’altra figura, un altro tipo di allenatore. Non voglio fare polemica, non ci sono retroscena clamorosi, c’erano visioni diverse sul tipo di progetto da proporre. Dopo quattro anni come i miei o cambi il modo di fare determinate cose o cambi le persone, allora è stato scelto di salutare chi voleva portare novità. D’altronde è più semplice mandare via una persona piuttosto che quattro o cinque cambiando le cose”.
Cosa intendi per cambiare il modo di fare alcune cose?
“I ragazzi si allenano poco, è un problema del calcio italiano. In Francia il sistema scolastico aiuta i ragazzi ad allenarsi più volte al giorno, qui no. E chi a scuola non va più non è che si allena un numero maggiore di ore, si riposano. Io ne avevo sette che non frequentavano più, si allenavano due ore al giorno e poi basta. Avevo proposto un percorso diverso almeno per loro, mi sarebbe piaciuto allenare individualmente alcuni ragazzi, non solo calcisticamente, ma anche mentalmente, senza ovviamente sconfinare nel campo delle due psicologhe Rita e Alessia, due ragazze d’oro e grandi professioniste. Tanti hanno problemi, nulla di che il più delle volte, cose che sono sempre più frequenti in ragazzi adolescenti. Un confronto a questo proposito l’ho avuto anche con Ghisolfi, che mi confermò il fatto che in Italia siamo avanti tatticamente, ma molto dietro sul piano fisico, i francesi vanno al doppio”.
Quando hai saputo che non rientravi nei piani del club?
“Me lo hanno comunicato il primo luglio. Io sapevo che sarebbe finita, anche se avessi vinto lo Scudetto non sarei rimasto neanche io, non c’era più voglia da parte di nessuno”.
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Ti aspettavi un epilogo diverso?
“No, come ho detto era finito il ciclo umano, non di certo quello tecnico che nel settore giovanile non si esaurisce mai”.
Peggio l’epilogo o il fatto che ora tu sia senza panchina?
“Bellissima domanda, ma senza dubbio la seconda. Sono rimasto davvero sbalordito, non me lo aspettavo, eppure credo di aver dimostrato qualcosa. Questa è una cosa grave, non per me e basta, ma per un sistema in cui il merito non viene minimamente preso in considerazione. Credo sia il periodo più buio del calcio italiano e queste dinamiche ormai non mi stupiscono. Non si dà ragione al merito. 20 anni fa, quando giocavo io, c’era molta più attenzione. Non parlo di vincere campionati e basta, ma portare materiale umano in prima squadra, essere spendibile in società”.
Hai rimpianti?
“Sinceramente no, auguro a tutti i tecnici di settore giovanile di fare un percorso come l’ho fatto io nella Roma, non solo per aver vinto tanto, per i record battuti, ma proprio perché c’è stata una crescita personale importante e per questo devo ringraziare il club e le persone che mi sono state vicine, soprattutto i primi tre anni. Con diversi altri tecnici, per esempio, abbiamo dovuto fare più cose all’interno della Roma, non necessariamente è un male, anche questo fa crescere”.
E sulla scorsa stagione, finita in semifinale, hai rimpianti?
“Neanche uno. Abbiamo mandato in gol 20 giocatori di movimento con la terza squadra più giovane del campionato. Le altre due più giovani una è arrivata ai playout, l’altra è retrocessa. Non è stato fatto mercato, anzi diversi giocatori li abbiamo anche persi nel corso dell’anno”.
Secondo te perché la Roma ha perso giocatori?
“Di solito c’è offerta, controfferta, sia economica che tecnica, se sono pari si va in quella migliore. Poi ci sono di mezzo i procuratori che chiedono soldi e tanti altri aspetti. Misitano non ha giocato perché la società non voleva, così come Marin, ma è giusto, lo potevo capire. Su Levak il discorso era diverso, non aveva ancora raggiunto accordi, c’era la speranza di coinvolgerlo ancora all’interno del progetto Roma, poi tutti sapevano che non sarebbe rimasto ma ci hanno provato”.
Toglici una curiosità: in quel blackout che è costato la peggior partenza negli ultimi 17 anni, c’entrava davvero l’arrivo di Juric?
“Le prime partite sono andate molto bene, nonostante giocassimo con ragazzi che all’epoca non erano pronti per la Primavera, abbiamo avuto coraggio e alla lunga abbiamo avuto ragione. Tutto quello che è successo attorno mi ha toccato relativamente poco, ma il famoso cambio di modulo effettivamente c’è stato e sono rimasto deluso da me stesso. Sapevo benissimo che in fase di non possesso, soprattutto inizialmente, avremmo sofferto, ma sono rimasto male perché anche a livello offensivo notai una regressione, è stato un insegnamento importante per me. Il cambio lo aveva avuto voluto ovviamente la società per mantenere una linea con la prima squadra, una cosa normalissima, però insomma in qualche modo ci ha messo in difficoltà, anche questo fa parte del gioco”.
Anche a livello dirigenziale, parlando sempre di vivaio, ci sono stati diversi stravolgimenti negli ultimi tempi.
“Sì, ma non sono io che devo giudicare questo, ho una mia idea, ma lascia il tempo che trova. Io quello che so è che chi lavora in un settore giovanile deve essere spendibile per il club, deve portare in qualche modo nuove soluzioni. Coletta l’ho allenato tre anni, è andato via a un milione di euro in un contesto come quello del Benfica; Mannini, Graziani, Reale e Marazzotti sono nel Professionismo, Romano anche lo possiamo considerare da prima squadra e così via. Lavorare in un settore giovanile è equiparabile ad alcune prime squadre, non c’è solo un risultato da raggiungere, ma anche sviluppare valore, plusvalenze”.
Tu che li hai allenati entrambi, come ti spieghi questa differenza di valore importante tra Buba Sangaré e Coletta?
“Il discorso è davvero molto semplice: non hanno creduto nel talento di Coletta e lo hanno venduto. Poi se mi chiedi chi ha deciso questo non lo so. Ranieri? Non credo, avrà chiesto a Massara, che però è arrivato da poco, quindi avrà chiesto anche lui. Credo siano le stesse persone che non hanno più voluto Falsini, ma non so quali sono e neanche mi interessa saperlo. Sta di fatto che non hanno creduto in Coletta come non hanno creduto in Falsini. C’è chi alcune cose le riconosce e chi no per tanti motivi”.
Hai altro da aggiungere?
“Sì. Roma è una figata e questi quattro anni sono stati qualcosa di meraviglioso. Sono cresciuto tanto, ho conosciuto persone splendide – non tutte devo essere sincero – ma tante splendide. Non sono romano e non sono romanista, ma questi colori e questa città li porterò sempre dentro”.
Fonte: gazzetta regionale
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L’ego a livello spropositato.
Pensa se avesse voluto fare polemica!? Ahahaha
comunque la Primavera andrà avanti anche senza lui, il nostro vivaio è sempre stato ricco di talento, peccato che poi spesso molti giocatori non abbiano dimostrato quello che hanno fatto intravedere, mentre altri hanno scelto altri lidi. Su Coletta si è parlato di richieste del ragazzo e di contratto. Forse adesso col fatto che c’è Mourinho al Benfica potrebbe ritagliarsi il suo spazio.
Ranieri avrà pensato che Guidi è il top per la Primavera, e quindi l’ha richiamato. Se a scegliere è Claudio, io mi fido. Ha visto calcio in tutte le salse, sono anni che sta nel settore
A chi si riferisce ?
Negli anni precedenti ha convinto moltissimo con le giovanili. Nell’anno in Primavera molto meno, mi pare.
Ho sempre pensato facesse troppe rotazioni, senza una intelaiatura di base fissa ( per opinione personale metodo giusto nelle categorie inferiori dove occorre coinvolgere tutti ma meno utile in Primavera )
Sicuramente e’ strano quanto successo l’anno passato : Marin Levak Misitano Golic usciti a zero
E quest’anno l’addio di Coletta
ma credo sia anche un grande problema di regole, che permettono ai procuratori e ai giocatori di fare quello che vogliono, lasciando le societa’ senza nemmenoun indennizzo congruo
Credo abbia pienamente ragione sul fatto delle scarse ore di allenamentio
l’atleta di Gasperini credo vada in questa direzione
Forse centra anche il vecchio ds per tutti quelli andati vai a zero? Per qualche motivo via lo hanno mandato?
il discorso fisico mi trova d’accordo ed è abbastanza palese: basta notare la struttura dei ragazzi che escono dalle giovanili italiane. Questo raffronto è ancor più evidente nelle partite di Youth League. E questo gap te lo porti avanti nei primi anni di carriera dei ragazzi. Non so se alla Roma ci si allenasse poco, ma possiamo affermare con certezza che in Italia i ragazzi sono meno strutturati fisicamente degli altri. E per “strutturati”, non intendo altezza….ma massa muscolare, capacità di corsa.
La tecnica, la tattica sono importanti, ma se arrivi sempre secondo sul pallone, è un problema.
Il calcio è uno sport come tutti gli altri, è anche uno sport di contatto: quindi è necessario preparare atleticamente i ragazzi in modo corretto.
Continuo a dire che l’obiettivo delle giovanili non è vincere trofei, ma preparare i ragazzi alla prima squadra, e storicamente noi ci siamo riusciti.
Che il sistema calcio italiano debba cambiare alcune cose nel settore giovanile, però, è evidente.
Boh, forse l’estero e’ meglio x te x come parli.
Intervista che fa riflettere, anche molto. Mi sembra una persona molto equilibrata e la sua analisi molto puntuale.
onesto. buona fortuna per la tua carriera.
io da ignorante di gestione società, penso che un U23 tra i problemi in C sia meglio per i ragazzi e lo abitui prima al professionismo.
ciao
Come tante altre volte mi e’ capitato di commentare, bisogna fare al più presto la Roma under23. La Juve next gen, dopo alcuni anni di rodaggio, vende i giovani fior fiore di milioni… noi che abbiamo storicamente sempre (o quasi), avuto ottimi prospetti, li lasciamo partire per pochi spiccioli… se non si crede in loro, che almeno li si usi come bancomat da cui ricavarci parecchi milioni da reinvestire in altri giocatori utili per la prima squadra… dopo l’Atalanta U23 ed il Milan U23 (che però credo si sia ritirata, dopo una sola, o forse due, stagioni), quest’anno in serie C è sbarcata anche l’Inter U23… staremo a vedere se e quando sarà possibile anche per noi credere in questo progetto che, indipendentemente dai costi iniziali da affrontare, visto anche che questo tipo di spese non dovrebbe incidere sul Ffp, a mio avviso è estremamente importante per lo sviluppo calcistico di giovani giocatori da fare crescere in casa sia da usare per la prima squadra e sia da cedere ad altri guadagnandoci sopra molto più delle cifre spesso ridicole a cui sono stati venduti parecchi calciatori col solo intento di sperare in un futuro ricavo laddove hai puntato sulla percentuale di futura rivendita.
Scusate, fuori tema, qualcuno sa c’è la possibilità di comprare la partita di questa sera?
nel senso di pagare l’arbitro o qualche avversario ? non lo so , però ci si potrebbe pensare
Caro Ginko invece di cacciare Diabolik, cerca di cacciare la pochezza che c’è in te. Mai aiutare qualcuno, mi raccomando….
su Sky
rivolgiti a quer panzone di lotorchio…
si tutto ok. ma se si allenavano poco la colpa era anche tua, facevi parte del sistema e ti andava bene. ora sei senza panchina e ti lamenti..?
Per quanto mi riguarda la cosa più grave che ha detto è quella di giovani che abbandonano la scuola. Non tutti sono Messi, ancora di meno EDOARDO BOVE.
Sono curioso di vedere cosa succederà quando 7/8 club U23 dei top club approderanno in serie B con il compito tassativo di non tentare la scalata in serie A…. sai che spasso di campionato?
Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.